Concerto di Natale 2021 del Teatro alla Scala, a cura di Nicola Salmoiraghi

By La Redazione|20 Dicembre 2021|Senza categoria|0 comments

Teatro alla Scala, 18 dicembre 2021


Il cosiddetto Concerto di Natale del Teatro alla Scala, indisposto il previsto Alain Altinoglu con programma differente, si è tenuto nel segno di Riccardo Chailly e Čajkovksij. Il direttore musicale del Teatro si è assunto il compito di non mandare a vuoto il tradizionale appuntamento e ha presentato, del compositore russo, l’Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta e la Sinfonia n. 4 in fa min. op. 36.

Come prima cosa la compagine scaligera si è presentata in grande spolvero, con una compattezza di suono e una tale ricchezza di colori in tavolozza da risultare un vero edonistico piacere per l’ascolto.

photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Composta nel 1869, eseguita per la prima volta nel 1870 e rivista sino al 1880, Romeo e Giulietta è una sorta di poema sinfonico in forma sonata diviso in tre sezioni, ispirato agli amanti di Verona resi immortali dal genio di Shakespeare: la prima parte è dedicata alla figura di Frate Lorenzo, la seconda al primo incontro tra i due ragazzi e la terza alla loro passione.

Chailly ha eseguito la splendida pagina musicale con lucido trasporto e raffinata ricerca di bellezza sonora mai fine a sé stessa ma sempre nell’alveo di un racconto drammatico morbidissimo e intenso ad un tempo.

photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

La Sinfonia n.4 (prima esecuzione 1878) è stata, nella lettura di Chailly, una fotografia commossa e struggente della poetica di Čajkovksij. Il primo movimento, con un ineluttabile tema del destino che in qualche modo ricorda la Quinta Sinfonia di Beethoven, e stato un turbine sfinito e denso di malinconia, che avvolgendosi su sé stesso si scioglieva in lampi di sonorità ora dense, ora dolcissime, che è altro da slentate o languorose, così come sottile quasi fosse un inquieto brivido sottopelle era la strisciante malinconia, che in fondo è anche insinuante piacere, compagna di viaggio dell’anima, del secondo movimento.

Un vero capolavoro l’incalzante, danzante pizzicato degli archi del terzo celebre movimento, uno scintillio di euforia febbrile e irrequieta che rimbalzava sonorità ora trasparenti ora iridescenti che correvano a bruciarsi e dissolversi nel fuoco fervido e brillante, sempre però sottobraccio alla sensazione di una crepuscolare fatalità, del quarto.

photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Riccardo Chailly ha restituito il mondo di Čajkovksij con un rigore intellettuale che trae origine dal fatto musicale per trasformarsi in palpitante sentimento (anche qui, si badi, non sentimentalismo) che appartiene, dapprima quasi inconsapevolmente e poi nelle profondità dell’intimo, ad ognuno di noi.

Altissima serata di musica accolta da un vibrante successo di pubblico.

Nicola Salmoiraghi

Share this Post:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*