NOVARA: Concerto di inaugurazione per la riapertura del Teatro Coccia – a cura di Nicola Salmoiraghi

By La Redazione|26 Settembre 2021|recensione|0 comments

Novara, Teatro Coccia, 24 settembre 2021


Anche il Teatro Coccia di Novara ha aperto i battenti della sua Stagione, ancora con pubblico a ranghi ridotti, in attesa che molto presto le rigide maglie anti-covid siano ridotte, e i luoghi di cultura restituiti alla piena capienza o quasi, almeno per i primi tempi.

Il via si è avuto con un Concerto, occorre dirlo invero eccellente, dell’OSN Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, diretta da Antonino Fogliani. Per la verità sul podio era prevista la presenza di Tianyi Lu, giovane direttrice vincitrice del Premio Cantelli 2020, costretta a rinunciare per un’indisposizione. Il Maestro Fogliani faceva parte della Giuria che le aveva attribuito il prestigioso riconoscimento.

Larga parte della serata è stata dedicata alla musica di Felix Mendelssohn: si è iniziato con l’Ouverture Le Ebridi, composta dal musicista tedesco nel 1830 sull’onda della suggestione di un viaggio compiuto nell’arcipelago scozzese. Fogliani ha cesellato con attenzione e grandissimo gusto il susseguirsi di stati d’animo, quasi un pannello di acquerelli di clima umbratilmente romantico in malinconica sospensione tra assenza e attesa, per abbandonarsi, nella seconda parte del pezzo, a ricreare con dolcissima tensione il rollio del mare, amico e sfuggente come la corrente, in questo seguito da una compagine orchestrale in grande spolvero.

La seconda parte del programma era interamente dedicata alla Sinfonia numero 4, detta Italiana, eseguita per la prima volta nel 1833 e rivista da Mendelssohn l’anno seguente. Fogliani ha sfogliato le pagine della scrittura medelssohniana con luminosa capacità analitica non disgiunta da un trepidante abbandono. Il celeberrimo primo movimento ha brillato a dovere, la solennità del secondo è stata resa con pacata compostezza, e il classico, apollineo equilibrio del terzo ha aperto le porte alla danzante conclusione del quarto. Una lettura coinvolgente e di notevolissimo livello.

La parte centrale del concerto era occupata dall’affascinante Concerto per pianoforte numero 5, conosciuto come Egiziano, di Camille Saint-Saëns, eseguito per la prima volta nel 1846. Composto dall’autore (e quanto dovrebbe essere rivalutato e giustamente considerato nel suo valore Sain-Saëns), durante un viaggio a Luxor, si avvantaggia delle seduzioni orientali che sempre suggestionarono il musicista – dobbiamo ricordare la sua opera più celebre, Samson et Dalila? -; ascoltiamo così richiami musicali mediorientali, ispanici, sino all’estremo oriente; le notti del Nilo barbagliano misteriose e impalpabili tra le note delle tre sezioni del Concerto, con un risultato quasi pre-impressionista d’insinuante attrazione. Fogliani e l’OSN hanno dipinto l’atmosfera con palpitante partecipazione ma fondamentale è stato certamente l’apporto della bravissima pianista ventisettenne olandese Gile Bae, vincitrice del Primo Premio alla Princess Christina Competition nei Paesi Bassi e del Primo Premio alla Steinway & Sons International Piano Competition. Impeccabile e ammirevole perizia tecnica, efficacissimo sbalzo interpretativo in un continuo, eloquente dialogo con la parte orchestrale, hanno siglato una prova davvero maiuscola, coronata da un caldissimo successo personale, che è peraltro arriso a tutti gli artefici della davvero bella serata, una di quelle in cui, attraverso la musica, si può tornare di nuovo a sperare.

Nicola Salmoiraghi

 

 

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